        Alex Debon ha annunciato il ritiro. No, non il suo ma quello del figlio omonimo. Con un post su Facebook, il 30 aprile scorso il quarantottenne di Castell&oacute;n ha infatti comunicato l&rsquo;interruzione dell&rsquo;attivit&agrave; motoristica dell&rsquo;erede. Queste le sue parole: &ldquo;Abbiamo smesso di correre, siamo usciti dalla scuola di Pakosta e abbiamo interrotto tutti gli allenamenti e l&rsquo;attivit&agrave; sportiva di mio figlio Alex&rdquo;. Moto2: Joe Roberts pu&ograve; riscrivere la storia | Quella (S)Volta Che Lo stop di Alex Debon  La Pakosta 37 Riders &egrave; diretta da Paco Marmol, preparatore del due volte iridato Pedro Acosta. Tre i circuiti impiegati per gli allenamenti: Cartagena, Fortuna e Yepes. Il costo mensile &egrave; di 150 Euro e prevede sia un allenamento su asfalto, tramite l&rsquo;impiego di pit bike e moto Yamaha (R3, R6 e R1), che nel Dirt Track, con l&rsquo;utilizzo della Honda FTR 223. In questa scuola si sono formati, oltre al portacolori GASGAS-Tech 3, anche Fermin Aldeguer, Daniel Holgado, Angel Piqueras, Alex Escrig e Alvaro Carpe. Debon padre, invece, appese il casco al chiodo nel 2010, anno dell&rsquo;introduzione della Moto2: il suo adattamento alla nuova classe fu incredibile, con il secondo posto nel debutto della categoria, in Qatar, dietro al povero Shoya Tomizawa, ma fu il suo unico podio stagionale. Dal 1998 al 2009 invece Debon corse in 250, conquistando due successi nel 2008, a Le Mans e Brno, accompagnato entrambe le volte sul podio da Marco Simoncelli, campione del Mondo quell&rsquo;anno: ogni successo gli valse 18mila Euro, versati dallo sponsor, l&rsquo;Aeroporto di Castell&oacute; che &ldquo;scuc&igrave;&rdquo; pure 12mila Euro per il secondo posto al Mugello e 6000 per il terzo in Giappone. A rendere ancora pi&ugrave; magica quell&rsquo;annata fu il matrimonio con Anais, dalla cui unione &egrave; nato nel settembre 2011 Alex junior. Nel febbraio 2015, per&ograve;, i due arrivarono alla separazione. A fine 2017 Debon torn&ograve; nel Mondiale, nelle vesti di coach di Jorge Lorenzo che aveva gi&agrave; aiutato nel 2006 e 2007 quando il maiorchino conquist&ograve; due titoli iridati della 250: in quel biennio Debon disput&ograve; solamente nove GP poich&eacute; impegnato come tester Aprilia. Fu per&ograve; una collaborazione &ldquo;mordi e fuggi&rdquo; perch&eacute; gi&agrave; prima dell&rsquo;Argentina 2018 Lorenzo gli diede il benservito. Nel frattempo, Alex Debon Estornell iniziava a muovere i primi passi in sella, servendosi del numero 96. Nel 2021 disput&ograve; il campionato andaluso Campillos. Netti i miglioramenti l&rsquo;anno seguente, con il quarto posto finale nella Coppa di Spagna di MiniVelocidad nella MiniGP 110 quattro tempi. L&rsquo;approdo in Moto4 l&rsquo;anno scorso non ha prodotto i frutti sperati perch&eacute; Debon ha concluso 18&deg; il campionato nazionale. Come se non bastasse all&rsquo;ultimo round a novembre, al Montmel&oacute;, Alex &egrave; caduto nelle libere e si &egrave; fratturato il malleolo sinistro. Il medico l&rsquo;ha giudicato unfit, impedendogli di partecipare alle gare. In sella &egrave; tornato a fine dicembre e con l&rsquo;anno nuovo ha cambiato team, firmando con Bultaco&ndash;Blumaq. Il debutto stagionale, in aprile a Jerez, &egrave; stato buono: quarto in Gara 1 e terzo in Gara 2. &ldquo;Incredibile inizio di stagione e pensare che un mese fa non avevamo n&eacute; moto n&eacute; squadra. Il team e tutti noi abbiamo lavorato duramente per dargli molto affetto e supporto in questi giorni&rdquo; il commento del pap&agrave; sui social. Nemmeno un mese dopo il colpo di scena: &ldquo;Ieri abbiamo ricevuto un decreto giudiziario in cui la madre rifiuta di firmare il consenso affinch&eacute; il figlio faccia ci&ograve; che ama e di cui &egrave; appassionato, la pratica del motociclismo. Mio figlio Alex e io siamo molto dispiaciuti per l&rsquo;impotenza che viviamo in questo momento&rdquo;. Da allora Debon senior &egrave; sparito dai radar. La nuova vita di Ben Spies | Quella (S)Volta Che       

Finito suo malgrado al centro di una spinosa vicenda, il figlio dell&rsquo;ex vincitore di GP &egrave; stato costretto allo stop

Il precoce ritiro dell'altro Alex Debon | Quella (S)Volta Che

        Nuova gara nel continente americano e seconda puntata della rubrica &ldquo;Paese che vai, pilota che trovi&rdquo;. Per la #RoadToAustin oggi vediamo tutti i piloti americani del Motomondiale, da quelli pi&ugrave; vincenti ai one season wonder. A differenza dell&rsquo;Argentina che ha prodotto solamente Porto, Rodrigo e Valentin Perrone, la scuola nordamericana del motomondiale ha prodotto un numero enorme di piloti, titolati o meno, che hanno dato spettacolo sui tracciati di tutto il mondo.&nbsp;  Kenny Roberts capostipite e primo titolato, Freddie Spencer l&rsquo;eroe delle due classi  Se qualche traccia di pilota americano si &egrave; intravista sul finire degli anni 60, &egrave; dagli anni 70 che dal Nord America arrivano in massa piloti dalle grandi doti di guida, provenienti dal campionato nazionale AMA. Il capostipite della colonia americana del Motomondiale &egrave;, senza dubbio, il grande Kenny Roberts. Kenny debutta in 250 nel 1974 con la Yamaha e non lascer&agrave; mai pi&ugrave; le moto di Iwata, diventandone team manager poi tra gli anni 80 e 90.&nbsp; Kenny arriva 4&deg; in 250 nel 1978 con due vittorie e due secondi posti, ma &egrave; in 500 che ottiene le fortune maggiori con ben tre titoli consecutivi tra il 1978 ed il 1980. Nel 1981 chiude terzo e nel 1983 chiude secondo per due punti alle spalle di Freddie Spencer. Un altro grande degli anni 80 e tre volte iridato proprio come il &ldquo;marziano&rdquo; Kenny Roberts &egrave; nientemeno che &ldquo;Fast&rdquo; Freddie Spencer, fino all&rsquo;anno scorso capo dello Steward Panel della FIM. Freddie debutta nel 1980 in 500 con la Yamaha ma sar&agrave; con la Honda che far&agrave; i risultati migliori. Nel 1983 batte di appena due punti Kenny Roberts, mentre nel 1985 fa la storia vincendo nello stesso anno 250 e 500. Dall&rsquo;86 la sua carriera &egrave; in discesa: solo 4 punti tra l&rsquo;86 e l&rsquo;88 prima di appendere il casco al chiodo. Nell&rsquo;89 &egrave; Giacomo Agostini a convincerlo a rientrare in scena: 33, 5 punti con un quinto posto in spagna come miglior risultato in gara. Centra 2 punti nel 93 con la ROC Yamaha.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Pat Hennen primo americano vincitore in 500, Randy Mamola re senza corona  Se Kenny Roberts &egrave; stato il primo americano iridato, Pat Hennen, che &egrave; scomparso lo scorso anno a 71 anni, &egrave; stato quello che ha centrato il primo successo in Top Class. Il nativo dell&rsquo;Arizona ha debuttato nel 1976 con Suzuki andando a bersaglio in Finlandia nello stesso anno. Hennen ha poi messo a referto altre due vittorie: una nel 1977 in Inghilterra e una nel 1978 in Spagna, stagione poi abortita dopo il secondo posto al Mugello per via di un incidente al Senior TT.&nbsp; Se Stirling Moss &egrave; stato il re senza corona per eccellenza in Formula 1, lo stesso ruolo lo ha ricoperto nel Motomondiale un certo Randy Mamola. Californiano di San Jose, Randy ha debuttato nel 1979 disputando tutte e tre le classi: 250, 350 e 500 in sella a Yamaha e Suzuki con tre podi in 250 e due in 500. Dal 1980 al 1982 vince 5 gare e sale altre 9 volte sul podio chiudendo due volte secondo il Mondiale: nel 1980 alle spalle di Kenny Roberts e nel 1981 alle spalle di Lucchinelli, mentre nel 1983 &egrave; terzo. Centra ancora il titolo platonico di vicecampione nel 1984 con la Honda alle spalle di Eddie Lawson e in Yamaha nel 1987 alle spalle di Wayne Gardner. Randy Mamola &egrave; stato uno dei primi funamboli del motomondiale, prima dell&rsquo;arrivo di Kevin Schwantz.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; La dinastia dei fenomeni: Lawson, Schwantz, Rainey, Kocinski  Abbiamo nominato poco fa Eddie Lawson parlando di Randy Mamola, ed ecco che apriamo questo capitolo ripercorrendo la sua storia. Californiano di Upland, Eddie debutta in 500 nel 1983 con la Yamaha dopo tre apparizioni in 250 con la Kawasaki nel 1981. Nel 1984 centra subito il bersaglio grosso vincendo il Mondiale davanti a Randy Mamola, mentre nel 1985 chiude secondo alle spalle di Freddie Spencer. Con Yamaha vince anche i titoli del 1986 e 1988 prima di accasarsi in Honda e portarsi a casa il suo quarto titolo iridato nel 1989. A conti fatti, Lawson &egrave; il pilota americano pi&ugrave; titolato.&nbsp; Se parliamo di funamboli non si pu&ograve; non citare il mitico #34 Kevin Schwantz. Texano di Houston, Kevin debutta direttamente in 500 con la Suzuki nel 1986. Nel biennio 86-87 raccoglie appena 13 punti, mentre dal 1988 si scatena. Nel 1988 vince in Giappone e Germania chiudendo ottavo, nel 1989 le vittorie diventano 6 per chiudere al quarto posto. Sfiora l&rsquo;iride nel 1990 trovando sulla sua strada un grande Wayne Rainey. Il binomio Schwantz-Rainey nei primi anni 90 d&agrave; vita a grandissimi duelli per vittorie e titoli iridati. L&rsquo;alloro per Kevin arriva nel 1993 ma in circostanze piuttosto &ldquo;fortunose&rdquo; per via dell&rsquo;incidente che interrompe la carriera di Rainey a Misano. Nel 1994 non riesce a difendere il suo numero 1 che finisce sul cupolino dell&rsquo;australiano Doohan. Schwantz chiude la sua carriera a met&agrave; del 1995 dopo un infortunio pesante al polso. Tra i fenomeni di fine anni 80 e inizio anni 90 &egrave; impossibile non citare il grande Wayne Rainey. Californiano di Los Angeles, Wayne debutta nel Mondiale in 250 nel 1984 con la Yamaha. Passa in 500 nel 1988 e subito chiude il campionato al terzo posto, arrivando poi secondo alle spalle di Lawson nel 1989. Dal 1990 fino a Misano 1993 la 500 &egrave; praticamente sua: tre titoli iridati consecutivi tra il 1990 ed il 1992. Mentre &egrave; avviato verso il quarto alloro consecutivo, il 5 settembre 1993 si interrompe bruscamente la sua carriera per via di un incidente a primo impatto banale ma che si rivela devastante per la sua colonna vertebrale che sbatte sul cordolo del Curvone spezzandosi e rendendo Rainey paraplegico.&nbsp; Tra la fine degli anni 80 e l&rsquo;inizio degli anni 90 il Motomondiale ha conosciuto anche John Kocinski. Nativo di Little Rock in Arkansas, John ha debuttato in 250 nel 1988 con la Yamaha. Nel 1989 vince due gare ma chiude solamente quattordicesimo. Il 1990 &egrave; l&rsquo;anno del suo primo ed unico alloro nel Motomondiale con 7 vittorie e 12 podi complessivi. Nel 93 inizia la stagione in Suzuki per trasferirsi in Cagiva. Corre in 500 dal 1991 al 1999 con Yamaha, Cagiva ed Honda centrando due terzi posti a fine stagione nel 1992 e 1994.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Tale padre, tale figlio: Kenny Roberts Jr come pap&agrave; Kenny. Hayden ultimo iridato  Se in Formula 1 solamente Damon Hill e Nico Rosberg hanno bissato il titolo del proprio padre, nel Motomondiale l&rsquo;unico binomio titolato padre-figlio &egrave; quello dei Roberts, con Kenny Jr iridato nel 2000. Californiano di Mountain View, Kenny Jr debutta in 250 nel 1993 con la Yamaha. Ottiene risultati di rilievo nella quarto di litro solamente nel 1995 con un ottavo posto finale in campionato. Nel 1996 passa in 500 con la Yamaha, nel biennio 97-98 corre con la Modenas KR3 del padre Kenny Senior. Passa in Suzuki nel 1999, vince 4 gare e chiude al secondo posto alle spalle di Alex Crivill&eacute;. Con altre 4 vittorie vince il titolo del 2000 davanti a Valentino Rossi. Dal 2001 al 2005 centra altri tre podi con la Suzuki tra 500 e MotoGP, nel 2006 guida la KR211V nel team del padre centrando gli ultimi due podi della carriera. L&rsquo;ultimo iridato della dinastia americana &egrave; l&rsquo;indimenticato Nicky Hayden. Nativo di Owensboro, Kentucky Kid ha debuttato in MotoGP nel 2003 nel team ufficiale Honda Repsol al fianco di Valentino Rossi, instaurando con lui subito un grande rapporto di amicizia. Dal 2003 al 2008 Nicky corre con la Honda ufficiale vincendo in totale tre gare, una nel 2005 a Laguna Seca e due nel 2006, Assen e ancora Laguna Seca. Il punto pi&ugrave; alto in MotoGP &egrave; ovviamente il titolo iridato del 2006 davanti a Valentino Rossi per soli 5 punti. Nel 2009 passa in Ducati, tre soli podi fino al 2013 prima del ritorno in Honda nel biennio 2014-2015. Menzioni onorevoli  Tra i piloti americani passati dal Motomondiale bisogna ricordare, in rigoroso ordine alfabetico: Mike Baldwin, 6 podi nel Motomondiale tra il 1979 e il 1988, Cameron Beaubier, nel 2009 in 125 e in Moto2 nel biennio 2021-2022 senza risultati di rilievo, Doug Chandler, 6 podi in 500 tra il 1991 ed il 1994, Colin Edwards, 12 podi in MotoGP tra il 2004 e il 2011, John Hopkins, 4 podi in MotoGP con la Suzuki nel 2007, Ben Spies, 1 vittoria e 6 podi in MotoGP dal 2010 al 2012.       

Kenny Roberts Senior, Freddie Spencer, Eddie Lawson, Kevin Schwantz, Wayne Rainey, John Kocinski, Kenny Roberts Jr e Nicky Hayden tra gli iridati della scuola americana

Dagli USA con furore: tutti gli americani del Motomondiale

        Che il Tourist Trophy (e le corse su strada in generale) abbiano un potere attrattivo particolare nei confronti di piloti e Team Manager britannici &egrave; fuori discussione e in questi giorni ne abbiamo avuto un'importante dimostrazione. Intervistato dall'emittente televisiva inglese TNT Sports, Michael Laverty ha infatti annunciato che il suo team, il MLav Racing, prender&agrave; parte alla North West 200 e al TT sull'Isola di Man con due BMW affidate a piloti di altissimo livello. Come reso noto dallo stesso Michael, la cui squadra &egrave; attualmente impegnata nel mondiale Moto3 con Eddie O'Shea e Marcos Uriarte, a difenderne i colori nelle due road races pi&ugrave; importanti al mondo saranno Mike Browne e Ian Hutchinson. Il primo &egrave; ormai passato da astro nascente a vero e proprio outsider delle posizioni di vertice, mentre il secondo ha bisogno di ben poche presentazioni visto che si tratta di un pilota in grado di vincere ben sedici TT in carriera ed &egrave; attualmente l'unico nella storia ad averne conquistati cinque nello stesso anno (2010). Complici i problemi di salute e gli infortuni patiti, gli ultimi anni sono stati difficili, ma &ldquo;Hutchy&rdquo; avr&agrave; tutte le carte in regolare per tornare al top. GP Argentina, Di Giannantonio: "Mi rode, ho perso tempo con Binder" Continua nella prossima pagina &nbsp;  Il Bathams Racing avanti con Rutter e Neve  Per il terzo anno consecutivo, il team Bathams Racing sar&agrave; al via delle principali corse stradali con la coppia formata da Michael Rutter e Craig Neve. Quest'ultimo continuer&agrave; a gareggiare tra le &ldquo;big bikes&rdquo; con una Honda CBR1000RR-R e in Supersport con la Triumph Street Triple 765 RS, mentre la grande novit&agrave; riguarda &ldquo;The Blade&rdquo;: il re di Macau correr&agrave; con le 1000 soltanto la North West 200, mentre al TT si concentrer&agrave; solo sulla Supertwin con una Yamaha R7. Il 52enne non ha la men che minima intenzione di appendere il casco al chiodo, ma quest'anno avr&agrave; anche un importante impegno nel British Superbike come Team Manager della medesima squadra. SBK, Bautista soddisfatto dei test: "A mio agio senza stravolgere la moto"       

La squadra di Michael Laverty ha reso noto che prender&agrave; parte alla NW200 e al Tourist Trophy con due veri e propri top rider. Annunciati anche i piani di Rutter

Dalla Moto3 al TT: il team MLav al via con Browne e... Hutchinson!

        La stagione 2025 del Campionato Italiano Velocit&agrave; sar&agrave; ricchissima di grandi novit&agrave;, ma una in particolare ha portato un grande incremento di moto al via. Stiamo parlando dell'introduzione della classe Production Bike all'interno della griglia della Superbike, che si prospetta ricchissima di piloti e che avr&agrave; al proprio interno sia giovani promesse che si avvicinano per la prima volta alle 1000, sia volti noti del panorama tricolore e non solo che puntano a confermarsi ad alto livello dopo una lunga e trionfale carriera. A questo secondo gruppo appartiene Diego Tocca, pilota ormai veterano delle due ruote che a quasi 45 anni non ha la men che minima intenzione di appendere il proverbiale casco al chiodo. Campione Europeo 125 nel 1997, ha corso sia a livello internazionale che italiano mettendosi in mostra in numerosi campionati tra cui Superstock e National Trophy, per poi confermarsi su ottimi livelli in Coppa Italia. Adesso lo attende una sfida certamente impegnativa, ma l'obiettivo di Diego sar&agrave; quello di divertirsi con i migliori rivali del panorama nazionale in sella ad una Yamaha R1 del suo Tocca Racing, con supporto di Faieta Motors. CIV SBK: Delbianco e DMR Racing ancora insieme per l'assalto al titolo Tocca: &ldquo;La Production Bike? Una categoria stimolante&rdquo;  &ldquo;Ho scelto di gareggiare nella Production Bike perch&eacute; si tratta di una categoria in cui credo molto e che mi ricorda la mia amata Superstock in cui ho corso per diversi anni nel corso della mia carriera&rdquo;, ci ha detto Diego. &ldquo;Penso possa essere stimolante lavorare su moto vicine a quelle che si utilizzano su strada perch&eacute; ci&ograve; permette di valorizzare sia i piloti che i tecnici, oltre ad essere certamente spettacolare da vedere per il pubblico&rdquo;. &ldquo;Io utilizzer&ograve; una Yamaha R1 supportata da Faieta Motors, che non &egrave; soltanto il mio main sponsor trattandosi anche del mio datore di lavoro&rdquo;, prosegue il centauro tricolore fissando l'obiettivo per la stagione. &ldquo;Il mio obiettivo principale &egrave; lo stesso di ogni pilota, ovvero quello di divertirmi puntando ad ottenere il massimo. Si tratta di un campionato di altissimo livello e pieno di rivali fortissimi, perci&ograve; sarebbe una gran bella soddisfazione riuscire a ben figurare in un contesto del genere&rdquo;.  Tra problemi fisici e sfortuna: esordio in Moto3 difficile per Guido Pini       

A quasi 45 anni, il centauro tricolore dai trascorsi internazionali ha deciso di mettersi in gioco nella nuova classe con una R1 supportata da Faieta Motors

CIV SBK: Diego Tocca al via della Production Bike con Yamaha

        Nuove sfide attendono Michele Pirro, dopo la conquista del decimo titolo italiano Superbike come pilota e quello SSP da team manager grazie a Davide Stirpe, nel 2025 sar&agrave; al via con il Barni 51 Racing Lab. La squadra nata dalla collaborazione tra il Barni Spark Racing Team ed il collaudatore Ducati. GP Thailandia, Bagnaia: &ldquo;Io e Marc sempre davanti? Ci metterei la firma&rdquo; Pirro sulla SBK, Rovelli in Production Bike Non &egrave; ancora giunto il momento di appendere il casco al chiodo per Michele Pirro, 39 anni il prossimo luglio, sar&agrave; al via del Dunlop CIV classe SBK a caccia del suo undicesimo titolo tricolore dopo i sette conquistati tra il 2015 ed il 2024: &ldquo;Correre con il Barni Racing Team &egrave; sempre un grande stimolo per me. Dopo il titolo conquistato nel 2024, l&rsquo;obiettivo &egrave; continuare a spingere al massimo e portare ancora una volta la Ducati V4R SBK al vertice del Campionato Italiano Velocit&agrave;&rdquo;. Il collaudatore Ducati sar&agrave; al via con la Panigale V4 R del Barni 51 Racing Lab, squadra frutto dell&rsquo;evoluzione della sinergia tra il Barni Racing Team e Michele Pirro. Il Gara51 Misano si trasforma offrendo possibilit&agrave; di sviluppo non solo per i piloti ma anche per i giovani tecnici del corso Sport &amp; Electric Motorcycle che potranno fare esperienza all&rsquo;interno di un team dall&rsquo;elevato livello professionale: &ldquo;Con il progetto Barni 51 Racing Lab intendiamo dare spazio ai giovani tecnici e creare un collegamento diretto tra il mondo della formazione e quello delle corse. Il motorsport non &egrave; solo talento in sella, ma anche lavoro di squadra, analisi e sviluppo tecnico. Credo che questa sia l&rsquo;occasione perfetta per trasmettere il nostro know-how e la mentalit&agrave; vincente alle nuove generazioni". Accanto all&rsquo;espertissimo Michele Pirro ci sar&agrave; il giovane Filippo Rovelli che debutter&agrave; nella griglia del CIV SBK anche se sar&agrave; al via della nuova Production Bike classe nata per abbattere i costi delle moto in configurazione Dunlop CIV. Rovelli la scorsa stagione ha lottato per il titolo nel National Trophy 1000 contro il compianto Luca Salvadori ritirandosi dalla corsa dopo la tragica scomparsa del pilota milanese. Per Rovelli dopo diversi anni tra National Trophy e CEV Superbike una nuova sfida nella Production Bike con la Panigale V4 2025 del Barni 51 Racing Lab: &ldquo;&Egrave; un onore far parte di questo grande team. Il Barni Spark Racing Team &egrave; uno tra i migliori nel Campionato Italiano e nel Mondiale Superbike. Ringrazio Marco per aver creduto in me e sono fiero di avere Michele come compagno di squadra, un grande pilota con un&rsquo;enorme esperienza, da cui ho molto da imparare&rdquo;. Dopo l&rsquo;esperienza fatta con la BMW M1000RR, Filippo dovr&agrave; velocemente prendere confidenza con le gomme Dunlop e la Ducati: &ldquo;Non vedo l&rsquo;ora di provare la Ducati, una moto straordinaria, con la quale voglio prendere confidenza fin da subito per dare il massimo in campionato. Il mio obiettivo? Stare nelle prime posizioni&rdquo;.        

Si stringe il legame tra il dieci volte campione italiano e la squadra bergamasca di Marco Barnab&ograve; per lanciare nuovi talenti in pista e ai box

CIV, Nasce il Barni 51 Racing Lab: Pirro al via della SBK, Rovelli in Production Bike

        Dopo la pioggia arriva il sole a baciare le colline del Miravalle di Montevarchi, lo storico impianto che si &egrave; da poco rifatto il trucco, presentandosi al pubblico in una veste completamente rinnovata e con il senso di marcia invertito che torna alle origini dopo quarant&rsquo;anni di gloriosa storia. La seconda gara degli Internazionali d&rsquo;Italia EICMA Series ha chiuso il campionato e incoronato Tim Gajser (Honda) Campione per la seconda volta di fila, dopo il successo del 2024. Il pilota della HRC che cadendo ad Arco di Trento nel 2023, proprio agli Internazionali si era infortunato gravemente, ha letteralmente dominato le quattro manche del 2025, chiudendo con lo stesso punteggio della passata stagione, 97 punti sui 100 disponibili, lasciando per strada solo la vittoria di gara uno a Montevarchi, andata al Rookie di quest&rsquo;anno, Lucas Coenen, al debutto sulla KTM 450 del Team De Carli.  Il via di gara due con Guadagnini all'interno di Seewer, Gifting e Gajser @Ducati Off Road Gajser fa gi&agrave; paura, gli Internazionali sono suoi Gajser che si era aggiudicato entrambe le frazioni di Mantova, conquistando la pole position sia in Lombardia che in Toscana, facendo segnare anche il miglior giro in gara, dimostra una fluidit&agrave; di guida e una tranquillit&agrave; impressionanti, basti pensare all&rsquo;ultimo giro di gara 2, percorso a tutto gas, con pi&ugrave; di 20 secondi di vantaggio, sfiorando il record di giornata. La CRF 450 RW di Tim, equipaggiata di sospensioni Kayaba &egrave; stabile e precisa e lui non sembra nemmeno faticare spingendola su e gi&ugrave; per le colline fangose di Montevarchi; il segnale &egrave; chiaro, chiunque volesse provare la scalata al titolo dovr&agrave; prima fare i conti con lui. Il sesto iride &egrave; per lui l&rsquo;unico obbiettivo immaginabile e con Prado in America ed Herlings fuori almeno per le prime tre gare, l&rsquo;occasione &egrave; ghiottissima.&nbsp;  Le celebrazioni del team HRC di Giacomo Gariboldi @Honda HRC Coenen: attenti al Lucas Lucas Coenen &egrave; uno di quelli che potrebbero impensierire il cinque volte iridato, perlomeno in alcune gare e su determinate superfici ma l&rsquo;adattamento alla cilindrata superiore e al nuovo team hanno bisogno di un po&rsquo; di tempo ma c&rsquo;&egrave; da scommettere che se sapr&agrave; restare lontano dai guai, sar&agrave; pi&ugrave; di chiunque altro, il futuro della MXGP, sperando che resti (almeno lui) in Europa sufficientemente a lungo per conquistare il titolo della classe regina, visto che finora gli sono sfuggiti tutti gli altri e che proprio quando era pronto per conquistarli, &egrave; passato alla classe superiore. Lucas &egrave; veloce, sfrontato il giusto e soprattutto guidato nella sua prima stagione in 450, dal miglior team possibile, quel De Carli che da Chiodi a Prado, passando per un certo Cairoli, ha conquistato 14 titoli iridati, portando i tre assi del motocross al primo successo in carriera.&nbsp;  Lucas Coenen taglia il tragaurdo di gara uno vittorioso @S.Taglioni Guadagnini con la Ducati torna a sorridere&nbsp; Montevarchi ha regalato tante emozioni e numerosi colpi di scena, cos&igrave; come ha fatto Mattia Guadagnini che ha regalato alla Ducati il primo podio degli Internazionali, mentre Jeremy Seewer abbandonava gara due per una noia tecnica. Il veneto si &egrave; impegnato a fondo, facendo alzare dalle tribune gli spettatori con partenze ottime, un contro sorpasso su Isak Gifting (Yamaha) da incorniciare in gara uno e con un primo passaggio sul traguardo in gara che ha ricordato Cairoli con Roczen nel National: grande whippata con la Desmo450 MX in faccia a Gajser e via gi&ugrave; in discesa. Il sorriso sincero e quasi commovente a fine gara testimoniano la voglia di far bene di questo ragazzo che tornato a Levane in casa Maddii, ha ritrovato i suoi spazi e le sue abitudini, chiamando, durante l&rsquo;intervista di fine gara, Montevarchi &ldquo;la mia casa&rdquo;. A quattro mesi dalla messa in vendita della sua 450, a Borgo Panigale tutto questo serve moltissimo. Da ieri sera sappiamo anche che il sogno rosso a giugno coster&agrave; 12990&euro;.  Il primo giro di gara due, Guadagnini davanti a Gajser @Ducati Off Road Bonacorsi regala il podio della MX1 alla Fantic Podio di campionato, alle spalle di Gajser e di Coenen per Andrea Bonacorsi che porta in alto la Fantic del team Factory, finalmente al completo in Toscana. Dopo essere salito sul podio di Mantova con una prestazione pi&ugrave; che convincente il bergamasco fa meglio dei suoi compagni Glenn Coldenhoff e Brian Bogers in prova e in gara e termina al secondo posto in gara due. Dopo un anno di apprendistato, Andrea pu&ograve; fare benissimo in MXGP, portando magari la moto italiana a quel podio sfuggito di un soffio a Coldenhoff ad Arnhem nel 2024. Bene anche Gifting che conosce senz&rsquo;altro molto bene la pista per lui quasi di casa (il team JK per il quale corre &egrave; di Montecatini) e che termina sul secondo gradino del podio di giornata per la gioia di Riccardo Boschi e dei suoi uomini.  Andrea Bonacoris in azione a Montevarchi @Fantic Ancora molto da fare per Beta, bene Monticelli con la Kawasaki Meno bene le Beta di Tom Koch e Ben Watson, fuori dalla top ten alle spalle di piloti privati come Ivo Monticelli con la Kawasaki del Team Scoccia, partito persino in testa in gara uno e ottavo assoluto alle spalle di Jan Pancar (KTM) e davanti allo sconosciuto Nickel Cato, nono con una Husqvarna privatissima. Il sole che ha regalato agli appassionati di Motocross assiepati sulle tribune una giornata di vero sport, su una pista quasi perfetta grazie all&rsquo;estenuante lavoro degli uomini del Motoclub Brilli Peri e della OffRoadProRacing, cala sugli Internazionali d&rsquo;Italia 2025, prossima tappa Cordoba, in Argentina quando il cancello della MXGP caler&agrave; per la prima delle 60 partenze previste.  Ben Watson 8&deg; di Campionato con la Beta del team MRT @S.Taglioni        

Lo sloveno manca l&rsquo;en plein a Montevarchi e deve cedere la vittoria nella prima manche ma si rif&agrave; nella seconda dominando con autorevolezza. Primo podio per Ducati con Guadagnini

INTMX: Gajser in forma Mondiale

Nella serata di premiazione abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Chicco, "il signore delle 125

Caschi d'Oro 2024, l'intervista a Alessio Chiodi

        Senza alcun preavviso, &egrave; arrivata una notizia importante a proposito di una delle figure pi&ugrave; amate del paddock del Motomondiale e, in particolare, della Moto3: Tatsuki Suzuki ha deciso di annunciare il ritiro immediato dalle corse e di appendere cos&igrave; il proverbiale casco al chiodo a soli 27 anni. Una scelta arrivata dopo essere rimasto fuori dalla griglia di quest'anno, scenario che ha portato il giapponese ad optare per un cambio di veste non meglio specificato, in un ruolo che potrebbe comunque vederlo in pista seppur senza la tuta addosso. Pur non essendo mai stato un vero e proprio pretendente al titolo per via di una costanza di rendimento spesso altalenante, &ldquo;Tatsu&rdquo; si &egrave; fatto amare per via del suo carattere fuori dagli schemi, accentuato nella parentesi con il team Sic58 Squadra Corse di Paolo Simoncelli dove &egrave; stato soprannominato &ldquo;giappo-riccionese&rdquo;. In un decennio di presenze in Moto3, Suzuki ha ottenuto otto podi, tre vittorie e sette pole position correndo per i team Cip, Sic58, Leopard e IntactGP, ma ora &egrave; pronto ad intraprendere una sfida completamente nuova. MotoGP, Rivola risponde a Taramasso: "Troppi infortuni, la situazione &egrave; critica" Le parole di Suzuki: &ldquo;Torner&ograve; in pista in un'altra veste&rdquo;  "Voglio annunciare la mia decisione: quest'anno smetto di correre", ha detto Tatsuki senza tanti giri di parole. "Ho passato oltre vent'anni da pilota e non &egrave; stata una scelta facile da prendere, ma non ho pi&ugrave; la possibilit&agrave; di gareggiare nel campionato in cui avevo sempre sognato di stare fin da piccolo e per questo ora ho optato per cambiare i miei obiettivi futuri. Ci sono stati tantissimi momenti estremamente belli ed altri molto difficili, ma penso a questi anni con soddisfazione e non posso non ringraziare tutti coloro con cui ho condiviso questa avventura, sperando di rivedere tutte le persone quando torner&agrave; in pista in un'altra veste&rdquo;. MotoGP, Test Sepang: Yamaha vede la luce in fondo al tunnel       

Il giapponese, tra le figure di spicco del paddock del Motomondiale, ha deciso di appendere il casco al chiodo: &ldquo;Non ho pi&ugrave; la possibilit&agrave; di stare dove avevo sempre sognato&rdquo;

Moto3, Suzuki annuncia il ritiro: “Decisione difficile, ma smetto di correre”

        Se si pensa al mondo del trial, il primo nome che viene in mente &egrave; ovviamente quello del dominatore dell'era moderna Toni Bou. Tuttavia, tra i pochi piloti in grado di tener testa al campione spagnolo va certamente annoverato Adam Raga, il quale ha a sua volta dominato la specialit&agrave; ad inizio millennio per poi confermarsi su altissimi livelli negli anni successivi. L'iberico classe '82 ha infatti conquistato ben sei titoli mondiali tra il 2003 e il 2006 (quattro indoor e due outdoor) a cui si aggiungono otto titoli nazionali spagnoli, diciotto vittorie al Trial delle Nazioni e quattordici piazzamenti come vice campione del mondo. Risultati che rendono la carriera di Raga assolutamente memorabile, la quale &egrave; per&ograve; ormai giunta al termine visto che quella di questo weekend a Barcellona (conclusa al secondo posto alle spalle del sopracitato Bou) &egrave; stata la sua ultima gara internazionale prima del ritiro.  Test MotoGP, Aldeguer: "Il time attack non &egrave; mai stato il nostro obiettivo" Sherco presenta la &ldquo;Adam Raga Replica&rdquo; in edizione limitata  Nelle ultime stagioni, Adam ha corso con i colori del team ufficiale Sherco e, per celebrare la fantastica carriera del loro pilota, il marchio francese ha deciso di produrre un'edizione limita della 300 ST-F. Si tratta infatti di una versione &ldquo;Replica&rdquo; della moto utilizzata in gara dallo spagnolo, che verr&agrave; prodotta in soli 200 esemplari numerati che verranno lanciati nel mese di marzo. A rendere speciale questo modello in grado di celebrare la carriera di quella che si pu&ograve; ormai considerare come una leggenda del trial sono ovviamente anche le dotazioni tecniche. La 300 ST-F Replica presenta infatti un nuovo albero motore, un nuovo sistema di iniezione ed una nuova mappatura, cos&igrave; come un cambio inedito e un paracolpi sul manubrio come quello utilizzato in gara. A ci&ograve; si aggiungono dettagli estetici unici come la numerazione da 1 a 200, la firma dello stesso Adam Raga e dettagli neri (piastre telaio anteriori e tendicatena) e rossi (impugnatura e terminali manubrio, coperchi serbatoio, freno e frizione, coperchio della testata del cilindro) in grado di rendere il modello un vero e proprio pezzo da collezione racing per gli appassionati della specialit&agrave;.        

Adam, 6 volte campione del mondo, ha deciso di appendere il casco al chiodo. Per questo, il marchio francese ha deciso di produrre un'edizione limitata della 300 ST-F

Trial, Raga si ritira: Sherco ne celebra la carriera con una moto speciale

Tutto &egrave; pronto per l&#39;appuntamento annuale con i &quot;Caschi d&#39;oro&quot; di Motosprint, l&#39;evento cult per appassionati e addetti ai lavori che premia la stagione appena trascorsa. Segui qui la diretta dei Caschi d&#39;oro, live dal BPER Forum di Modena, in cui verranno premiati oltre 35 piloti provenienti dal motorsport su due ruote tra leggende, campioni del mondo e protagonisti della stagione 2024. La conduzione dell&#39;evento &egrave; di Barbara Pedrotti e dal nostro&nbsp;Direttore, Federico Porrozzi, e, tra i vari ospiti attesi spiccano nomi importanti come Marco Melandri, Franco Uncini e Alessio &quot;Chicco&quot; Chiodi.  MotoGP 2025, ecco la livrea delle quattro KTM  Gli ospiti attesi sul palco  Tra i grandi nomi che figureranno sul palco troviamo&nbsp;il vicecampione Superbike Nicol&ograve; Bulega, oltre a piloti del calibro di Andrea Verona, Stefano Manzi, Yari Montella, Alessandro Lupino, Elia Sammartin, Mauro Grassilli, Mattia Casadei, Andrea Majola, Maurizio Bottalico, Valerio Lata, Simone Mancini e Guido Pini, senza dimenticare i campioni italiani del CIV e molte altre personalit&agrave; del settore. La lista dei partecipanti, tuttavia, &egrave; in continuo aggiornamento. L&rsquo;evento accoglier&agrave; circa 700 ospiti tra piloti, professionisti del settore, partner e 200 abbonati alle edizioni cartacea e digitale, che hanno avuto l&rsquo;opportunit&agrave; di garantirsi un posto gratuito per assistere alla serata.  Massimo Rivola, eletto nuovo Presidente MSMA   

In diretta dal BPER Forum di Modena la celebrazione e la premiazione dei piloti protagonisti della stagione 2024 del motorsport su due ruote

Caschi d&#39;oro Motosprint DIRETTA streaming - Segui la serata LIVE

        Sar&agrave; nuovamente il BPER Forum di Modena a ospitare l&rsquo;appuntamento dei &ldquo;Caschi d&rsquo;Oro&rdquo; di Motosprint, in scena domani venerd&igrave; 31 gennaio. Un evento come ogni anno inimitabile con oltre 35 tra leggende, campioni del mondo e piloti che sono stati capaci di mettersi in evidenza durante la scorsa stagione. Prima che l&rsquo;azione cominci in questo 2025, saranno premiati i piloti che hanno scritto nuove pagine di storia nelle varie categorie, mostrando capacit&agrave; e abilit&agrave; incredibili. Le leggende presenti sul palco in una serata avvincente  La serata inizier&agrave; alle 18.30 e sar&agrave; presentata da Barbara Pedrotti e dal Direttore, Federico Porrozzi, che chiameranno man mano sul palco i premiati e parleranno con loro dell&rsquo;anno straordinario concluso settimane fa. Inoltre ci saranno anche coloro che negli anni, grazie a talento puro ed emozionanti percorsi, si sono distinti come leggende dello sport a due ruote. Stiamo parlando, tra i tanti, di Franco Uncini e Marco Melandri nella velocit&agrave; e Alessio &ldquo;Chicco&rdquo; Chiodi per il Fuoristrada. Dove seguire la diretta dell&rsquo;evento  Sar&agrave; possibile seguire la serata in streaming sui siti motosprint.it, corrieredellosport.it e tuttosport.com. Inoltre grazie alle partnership con la F&eacute;d&eacute;ration Internationale de Motocyclisme e la Federazione Motociclistica Italiana, sar&agrave; visibile anche sulle piattaforme FIM-moto.tv e su FedermotoTV. Ma non &egrave; tutto. &Egrave; prevista anche la presenza di due local media partner: TRC TV, canale presente sul Digitale Terrestre e su Sky, trasmetter&agrave; i Caschi in differita tv mentre Radio Bruno ha programmato nel suo palinsesto approfondimenti e interviste dedicati all&rsquo;evento. Per quella che si prospetta essere una serata, assolutamente, da non perdere. Tutto pronto per i Caschi d'Oro Motosprint 2024       

Finalmente ci siamo, il 31 gennaio andr&agrave; in scena la 45esima edizione dell&rsquo;evento di Motosprint dove saranno premiati leggende e campioni del mondo

Caschi d’Oro 2024: dove seguire lo speciale evento in diretta streaming

I Caschi d&rsquo;Oro di Motosprint sono pronti per essere assegnati ai grandi protagonisti della stagione 2024. Come per la scorsa edizione, anche quest&rsquo;anno il palcoscenico dei premi pi&ugrave; importanti del motociclismo italiano, organizzati dalla nostra testata, sar&agrave; il prestigioso BPER Forum. A Modena, il prossimo 31 gennaio saranno premiati oltre 35 tra leggende, campioni del mondo e piloti capaci di mettersi in evidenza durante la scorsa stagione.  Gli ospiti della serata  Nel corso della serata, che inizier&agrave; alle ore 18:30 e sar&agrave; presentata da Barbara Pedrotti e dal nostro Direttore, Federico Porrozzi, saliranno sul palco alcuni piloti diventati leggende dello sport a due ruote: tra i tanti, Franco Uncini e Marco Melandri per la Velocit&agrave; e Alessio &ldquo;Chicco&rdquo; Chiodi per il Fuoristrada. Altri Caschi d&rsquo;Oro verranno consegnati ai grandi protagonisti della stagione appena conclusa: i vincitori dei titoli iridati di varie specialit&agrave; ma anche quelli che hanno portato a casa i trionfi nelle categorie speciali e personaggi che si sono contraddistinti nel paddock. Tra i sicuri presenti ad oggi, il campione del Mondo Moto3, David Alonso, il vice-campione iridato Superbike, Nicol&ograve; Bulega, poi Andrea Verona, Stefano Manzi, Luca Boscoscuro, Yari Montella, Alessandro Lupino, Elia Sammartin, Davide Tardozzi, Mauro Grassilli, Mattia Casadei, Andrea Majola, Maurizio Bottalico, Valerio Lata, Simone Mancini, Guido Pini, i campioni italiani del CIV, e tanti altri. Ma la lista dei piloti presenti &egrave; in continuo aggiornamento. Circa 700 gli ospiti previsti tra piloti, addetti ai lavori, partner e 200 fortunati abbonati alle edizioni cartacee e digitale che si sono assicurati il posto gratuito per partecipare all&rsquo;evento.  L&rsquo;appuntamento, che ha come Title Sponsor la Regione Emilia-Romagna, come official partners BMW Motorrad, BPER Banca, Pirelli, Emblema e SIM Racing Skill Trainer e che &egrave; stato organizzato in collaborazione con Games Eventi Esclusivi, Motor Valley, Sport Valley, Comune di Modena e con il patrocinio di FIM F&eacute;d&eacute;ration Internationale de Motocyclisme, FIM Europe e FMI Federazione Motociclistica Italiana, &egrave; programmato per il 31 gennaio alle ore 18:30 al BPER Forum di Modena.  Dove vedere la live streaming?  I Caschi d&rsquo;oro saranno trasmessi in diretta in streaming su motosprint.it, corrieredellosport.it e tuttosport.com e, grazie alle partnership con la F&eacute;d&eacute;ration Internationale de Motocyclisme e la Federazione Motociclistica Italiana, anche sulle piattaforme FIM-moto.tv e su FedermotoTV. Prevista anche la presenza di due local media partner: TRC TV, canale presente sul Digitale Terrestre e su Sky, trasmetter&agrave; i Caschi in differita tv mentre Radio Bruno ha programmato nel suo palinsesto approfondimenti e interviste dedicati all&rsquo;evento. 

Venerd&igrave; 31 gennaio, torna l&rsquo;appuntamento annuale con i &ldquo;Caschi d&rsquo;Oro&rdquo; di Motosprint. Al BPER Forum di Modena saranno premiati i protagonisti della stagione 2024 ma anche i piloti che hanno fatto la storia del motociclismo

Tutto pronto per i Caschi D&rsquo;oro Motosprint 2024

        Un pilota senza tempo che non finisce mai di sorprendere e di regalare emozioni che persino oggi, alla soglia dei 52 anni, quando sale in moto &egrave; capace di confrontarsi con i &ldquo;ragazzini&rdquo; nati nel nuovo millennio. Classe 1973, la storia di Chicco Chiodi attraversa uno dei decenni pi&ugrave; intensi del secolo scorso, i mitici anni &rsquo;90, arrivando fino ai giorni nostri.  Chiodi con la Husqvarna del team Maddii nel 1998 1991-1996, dal titolo Europeo ai 2 secondi posti iridati Campione Europeo 125 nel 1991, nel 1992 esordisce nel Mondiale cross 125 su una KTM Farioli, le prime due stagioni sono avare di successi, nel 1993 con la Honda di Corrado Maddii termina comunque il campionato in ottava posizione tra nomi divenuti mitologici come Michael Pichon, Pit Beirer e John Van Den Berk. Nel 1994 arrivano i primi 3 successi, a Bellpuig (Spagna),&nbsp; Kaposvar (Ungheria) e Borgo Maggiore (San Marino) ma il titolo va a Bob Moore (Yamaha) che fa 48 punti pi&ugrave; di lui.&nbsp;Il 1995 &egrave; l&rsquo;anno della grande sfida con un italiano, Alex Puzar (Honda), premiato lo scorso anno con il Casco d&rsquo;Oro alla carriera, Alessio, detto da tutti Chicco anche per via della sua taglia minuta, passato alla Yamaha di Michele Rinaldi, chiude a sole 3 lunghezze dal sogno iridato, collezionando 4 successi di GP in Argentina, Repubblica Ceca, San Marino e Francia. Nel &rsquo;96 su consiglio di Rinaldi (altro pilota premiato col Casco d&rsquo;Oro alla carriera), passa in 250 ma le cose non vanno per il meglio e conclude la stagione anticipatamente con un molto rotto, senza salire mai sul primo gradino del podio, in un mondiale che va a Stefan Everts (Honda).  Chiodi con la Yamaha del Team Ceres 71 @S.Taglioni Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; 1997-1999, 3 titoli 125 consecutivi Nel 1997 finalmente arriva il primo dei tre titoli della 125. Al termine di un duello durato tutta la stagione Chicco riesce ad avere la meglio su Puzar e porta a casa il mondiale 125. Il successo &egrave; tutto italiano, targato Team De Carli, guidato da Claudio il team romano &egrave; l&rsquo;unico che ha creduto ancora nel talento del pilota bresciano che lo ringrazia con 5 successi, battendo Puzar, passato nel frattempo alla TM. Il 1998 e il 1999 regalano al lombardo altri due successi iridati, con 6 vittorie di GP con la Husqvarna di Maddii nel &rsquo;98 e con 8 su 12 Gran Premi nel &rsquo;99. Il terzo titolo consacra definitivamente Chiodi come il miglior interprete italiano della 125 di sempre. Due titoli al Nazioni nel 1999 e nel 2002 completano una carriera straordinaria che lo vede chiudere al 3&deg; posto nel Mondiale 2005 cogliendo l&rsquo;ultimo successo in un GP a Bellpuig, portando a&nbsp; 27 i successi iridati che lo collocano al 17&deg; posto nella classifica dei piloti pi&ugrave; forti di sempre. Oggi Chicco continua a correre saltuariamente contro i millenials, anche se la sua occupazione principale &egrave; prepararli al meglio per affrontare le loro sfide.  Chiodi in azione @S.Taglioni       

Forte di 3 mondiali 125 e 2 titoli al Nazioni, il pilota bresciano sar&agrave; insignito con il riconoscimento alla carriera durante la cerimonia dei Caschi d&rsquo;Oro del 31 gennaio prossimo&nbsp;

Un Casco d’Oro per Chicco, il Signore della 125

        Prima che ogni tipo di campionato a due ruote entri nuovamente nel vivo, come da tradizione Motosprint ha organizzato l&rsquo;evento dei Caschi d&rsquo;Oro per festeggiare chi nel 2024 si &egrave; contraddistinto, ma non solo. Questo appuntamento sempre molto importante per gli appassionati si terr&agrave; venerd&igrave; 31 gennaio, al BPER Forum di Modena, dalle ore 18.30&nbsp;e prevede come tutti gli anni la presenza di grandi ospiti che renderanno unica la serata. Quando inizia la stagione MotoGP 2025: tutte le info, date, orari e dove vederla  Chiodi, Uncini, Bulega e Alonso tra i nomi confermati  La lista degli ospiti che saranno presenti &egrave; in corso di aggiornamento, ma per il momento possiamo iniziare a svelarvi chi sar&agrave; presente. Cominciamo dai fuoriclasse che saranno premiati per la loro straordinaria carriera, come Chicco Chiodi pluricampione nel motocross e Franco Uncini, per arrivare poi ai piloti che nel 2024 hanno messo in mostra il proprio talento, con grandi risultati. Nicol&ograve; Bulega, per esempio, che ha brillato con la Ducati ufficiale nel suo anno di debutto in Superbike, o David Alonso che ha vinto tutto il possibile in Moto3. Sar&agrave; presente a ritirare il premio anche Luca Boscoscuro, vincente con il suo progetto tecnico in Moto2 con Ai Ogura. Non mancheranno poi i piloti che hanno vinto il CIV nella passata stagione, chi si &egrave; fatto notare nella MiniGP, per poi passare alle corse su strada dove saranno premiati Maurizio Bottalico e Andrea Majola per le loro grandi imprese. Lato cross verranno premiati Alessandro Lupino, che ha fatto debuttare in pista la Ducati nel cross vincendo il titolo italiano in MX1, Valerio Lata premiato per il podio nell'europeo MX250 e Simone Mancini, premiato per il podio nell'europeo MX125 Un pensiero sar&agrave; anche rivolto a Luca Salvadori, che ci ha lasciato il 14 settembre mentre stava vivendo con tutto s&eacute; stesso la sua pi&ugrave; grande passione. Quella, appunto, delle due ruote.       

Come ogni anno immancabile l&rsquo;appuntamento con l&rsquo;evento pi&ugrave; atteso per premiare chi ha fatto la storia nelle due ruote e celebrare le carriere pi&ugrave; belle

Motosprint presenta i Caschi d’Oro 2024: la data, il luogo, le info, i premiati

        Non si tratta di una sorpresa a livello assoluto visto che la sua condizione fisica era ancora precaria e che la sua partecipazione &egrave; stata in dubbio fino a pochi mesi prima dell'inizio della Dakar. Al termine della prima settimana di gara &egrave; per&ograve; arrivata la decisione ufficiale, presa dal pilota argentino di comune accordo con il team ufficiale KTM: Kevin Benavides ha optato per concludere anzitempo l'edizione 2025 del rally raid pi&ugrave; duro al mondo a causa dell'impossibilit&agrave; di esprimere tutto il proprio potenziale in sella. Il pilota sudamericano, che vanta nel proprio palmar&eacute;s due trionfi alla Dakar (nel 2021 con Honda e nel 2023 con KTM), ha deciso di fermarsi dopo una prima settimana che si &egrave; rivelata durissima, in cui il miglior risultato &egrave; stato un sedicesimo posto nella quarta tappa. Si tratta comunque di un piazzamento degno di nota considerando il gravissimo infortunio rimediato a maggio dello scorso anno finendo addirittura in coma con diverse fratture e il forte rischio di perdere l'utilizzo della mano sinistra, salvato spostando alcuni tendini in un delicato intervento. La saggia decisione di fermarsi e non prendere ulteriori rischi non essendo al top della forma ha evidenziato anche e soprattutto una grande lucidit&agrave; in un momento cos&igrave; difficile, sperando che ci&ograve; non lo porti anche ad appendere il casco al chiodo. Supercross: Ducati sbarca in America Benavides: &ldquo;Non voglio compromettere tutto con un altro infortunio&rdquo;  &ldquo;Con oltre 30 ore di gara, la prima settimana &egrave; stata davvero faticosa e, non essendo al top dal punto di vista fisico, ogni giornata &egrave; stata una vera e propria lotta&rdquo;, ha ammesso Kevin. &ldquo;Sono contento di aver concluso le prime tappe del rally pi&ugrave; complicato al mondo, ma sono state anche giornate frustranti. Mentalmente so di essere veloce e di poter stare l&agrave; davanti, l'ho dimostrato tante volte negli scorsi anni, ma ora il mio corpo non me lo permette. E' a causa di questo feeling e del grosso rischio di compromettere tutto con un altro infortunio, che ho deciso di fermarmi. Ringrazio il team per avermi dato questa chance e mi auguro di poter tornare a correre presto&rdquo;. SBK e SSP: il team Petronas MIE Racing Honda svela i piloti per il 2025       

Kevin, due volte vincitore del rally, ha deciso di fermarsi dopo la prima settimana essendo ancora alle prese con i problemi dettati dal grave incidente dello scorso anno

Dakar, Benavides si ferma: “So come si vince, ma il fisico non me lo permette"

        Dopo una sola (difficile) stagione in Moto2, Xavier Artigas ha dovuto lasciare il motomondiale. Il piano originario prevedeva la partecipazione all&rsquo;Europeo Moto2 con il team Preicanos che per&ograve; nelle ultime settimane &egrave; tornato in mano ai precedenti proprietari portando incertezza sul futuro del team. EWC, Auto Race Ube dice addio a Suzuki: una BMW per vincere il mondiale  Un passo indietro per tornare nel mondiale Da ormai qualche anno la Supersport sta diventando una classe di rilancio per diversi piloti del motomondiale che in Moto2 non hanno trovato fortuna. &Egrave; stato cos&igrave; per Andrea Locatelli e Nicol&ograve; Bulega che passati dalla Moto2 alla Supersport iridata si trovano oggi in sella alle Yamaha e Ducati ufficiali in SBK, dalla Moto2 al CIV &egrave; invece arrivato nel 2023 Simone Corsi riuscendo a conquistare subito il titolo italiano passando poi nella passata stagione nel mondiale SSP dove ha conquistato il &ldquo;Supersport Challenge&rdquo; prima di appendere definitivamente il casco al chiodo ed occupare il ruolo di Direttore Sportivo del team Forward. Proprio dal team di Giovanni Cuzari arriva nel Dunlop CIV Supersport lo spagnolo Xavier Artigas, classe 2003 che dopo tre stagioni di Moto3 nelle quali ha conquistato un successo e due podi nel 2024 ha disputato la sua prima stagione di Moto2 in sella alla Forward del KLINT Forward Factory Team. Un&rsquo;annata complicata per il ventunenne catalano con un solo piazzamento a punti a Motegi dove chiuse in sesta posizione. Nel finale della passata stagione Artigas ha corso l&rsquo;ultimo round dell&rsquo;Europeo Moto2 con la Kalex del team Preicanos con il quale avrebbe dovuto correre anche nel 2025. Le vicende poco chiare del team che nel frattempo &egrave; tornato a chiamarsi Gas Up Racing Team hanno portato Artigas a cercare nuove soluzioni per rilanciarsi. Il catalano ha scelto la Kawasaki Ninja ZX-6R del team Blackflag Motorsport per rilanciarsi partendo dal Dunlop CIV Supersport come gi&agrave; altri suoi colleghi hanno fatto. CIV SBK: Pontone e Bike&amp;Motor insieme nella nuova Production Bike       

Dopo aver perso il posto nel motomondiale e nell&rsquo;Europeo Moto2, lo spagnolo ha scelto la serie tricolore per rilanciare la propria carriera

CIV, Artigas riparte dalla Supersport con la Ninja ZX-6R di Blackflag Motorsport

        Se c'&egrave; un pilota di rally che non ha bisogno di presentazioni, quello &egrave; certamente St&eacute;phane Peterhansel. Si tratta di un nome ormai leggendario e indissolubilmente legato alla Dakar, a tal punto da aver ricevuto l'appellativo di &ldquo;Monsieur Dakar&rdquo; dopo averla vinta ben quattordici volte tra moto (6) e auto (8) nel corso della sua lunghissima carriera. In particolare, i trionfi tra le due ruote sono arrivati sempre in sella a delle Yamaha, marchio su cui &egrave; tornato in questi giorni all'Africa Eco Race.  Africa Eco Race: troppo vento, annullata la Tappa 9 Peterhansel alla &ldquo;Race to Dakar&rdquo;  Va ammesso che non vedere il francese al via della Dakar dopo quasi trent'anni (ci ha corso ininterrottamente dal 1988 al 2024...) fa uno strano effetto, ma St&eacute;phane non ha appeso il casco al chiodo e, anzi, &egrave; tornato in moto dopo la lunga parentesi in auto per disputare alcune tappe dell'Africa Eco Race in sella alla Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute;. La moto, attualmente protagonista della lotta per la vittoria con Alessandro Botturi, &egrave; preparata dal team T&eacute;n&eacute;r&eacute; Spirit Experience, squadra che schiera Nicolas Charlier, Thierry Traccan, Christophe Meillat, Laurent Cochet e l'italiano Iarno D'Orsogna. Tuttavia, Peterhansel si &egrave; unito a loro soltanto in questi giorni una volta che la gara &egrave; giunta in Mauritania e sar&agrave; fuori classifica prendendo parte alla classe &ldquo;Raid&rdquo;, dove potr&agrave; pensare semplicemente a godersi questo romantico ritorno sui percorsi che hanno fatto la storia della vecchia Parigi-Dakar. Dakar 2025, Tappa 5: Van Beveren penalizzato, ne approfitta Benavides        

La leggenda dei rally, 14 volte vincitore alla Dakar tra auto e moto, ha deciso di prendere parte alle ultime tappe della gara africana con una Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute;

Peterhansel torna sulle due ruote in Mauritania: “Monsieur Dakar” all'AER

Nel giorno del suo 56° compleanno, riviviamo uno dei momenti più iconici della breve ma intensa carriera a due ruote della leggenda della Formula 1. A Portimao, nel 2008, Michael provò la Ducati 1098 con cui Bayliss vinse il suo terzo ed ultimo titolo mondiale in Superbike prima di appendere il casco al chiodo. Un momento iconico di unione tra una leggenda delle auto ed una delle moto, che negli anni intercorsi tra il primo ritiro e il ritorno in F1 si mise più volte in gioco tra trofei, IDM e test di moto vincenti sia legate alla MotoGP che, come in questo caso, alla SBK. A dimostrazione di quanto “Schumi” sia sempre stato un amante dei motori a 360 gradi (di Alessandro Di Moro)

SBK: quando Michael Schumacher provò la Ducati di Troy Bayliss

        Dopo 23 anni di onorata carriera tra 125, 250 (un solo anno), Moto2, WorldSSP Challenge (campione con il team Renzi Corse e la Panigale V2) e Supersport Italiana Simone Corsi dice basta. A 37 anni il pilota romano appende il classico casco al chiodo rimanendo comunque nell&rsquo;ambito del Motomondiale per dedicarsi al suo nuovo impegno, quello di Direttore Sportivo del Forward Racing.&nbsp;  Corsi: &ldquo;Prima o poi questo momento doveva arrivare&rdquo;  A renderlo pubblico sui suoi social &egrave; proprio lo stesso pilota romano che, dopo aver chiuso la stagione 2024 con la wild card a Barcellona con il team Forward, ha preso la sua decisione nell&rsquo;ultimo giorno dell&rsquo;anno, ovvero quello di scadenza di tutti i contratti. Poche righe per dire che nel 2025 Simone Corsi sar&agrave; ancora in pista ma con un ruolo diverso da quello attivo da pilota.        

Il pilota romano, campione in carica della World SSP Challenge e nuovo DS di Forward Racing, ha chiuso il 2024 annunciando il ritiro dalle competizioni

SSP, Corsi appende il casco al chiodo: “Sono stati 23 lunghissimi anni”

        Giusto il tempo di mettere al collo la medaglia d&rsquo;oro di campione del Mondo, nell&rsquo;ultimo GP stagionale proprio nella sua Spagna, e Jorge Prado &egrave; emigrato in America per realizzare il suo sogno dai tempi del Minicross. Arrivato al Mondiale a 15 anni (a fine 2016, disputando gli ultimi tre GP subito con un secondo posto di manche) nel suo primo anno intero di MX2, 2017, vinse tre GP ma non brill&ograve; per preparazione fisica. La KTM lo spost&ograve; per il 2018 al Team De Carli, dove vinse subito due titoli MX2. Al primo anno di MXGP &egrave; stato terzo, poi quinto nel 2021, quindi l&rsquo;escalation: terzo nel 2022, anticamera della doppietta mondiale nel 2023 e 2024. Le nuove prospettive dell'Italia in MXGP e MX2 MXGP: la scelta di Prado vista da Chiodi  Una doppietta inframmezzata dalla prima esperienza americana: in California, Prado ha corso con i colori GASGAS le prime quattro prove del Supercross 2024. Qualche buon piazzamento e una manche di qualifica vinta nella seconda tappa a San Francisco con pista fangosa sono bastati per la decisione: l&rsquo;America sarebbe diventata la prospettiva del galiziano. Il quale &egrave; reduce dalla migliore stagione in MXGP, in cui ha vita a un&rsquo;avvincente lotta con Tim Gajser e Jeffrey Herlings: con 11 vittorie di GP, e 16 podi, Prado ha colto il suo quarto titolo iridato. Il giorno dopo il Cross delle Nazioni, Jorge &egrave; partito per la California per iniziare la sua nuova vita con il team ufficiale Kawasaki Monster Energy. Aprendo un inevitabile interrogativo: come sar&agrave; il Mondiale senza il padrone dell&rsquo;ultimo biennio? Lo abbiamo chiesto a Chicco Chiodi, che di Mondiali ne ha vinti tre (nella 125 nel 1997, 1998 e 1999) e che ha anche corso negli USA, tra National e Supercross. &ldquo;&Egrave; una grossa perdita per il Mondiale, ma posso capire Prado: dopo aver &lsquo;assaggiato&rsquo; l&rsquo;America &egrave; difficile togliersela dalla testa. Quando io sono partito, non era per trasferirmi definitivamente, ma alla fine &egrave; lo stesso&hellip; Posso garantirvi che entrare in pista in uno stadio con quarantamila spettatori, come nella mia prima ad Anaheim... Le sensazioni sono molto forti, tali da poterti distruggere o esaltare&rdquo;.  MXGP: parla Chicco Chiodi  Puoi capire la scelta di Prado, quindi. &ldquo;S&igrave;. Anche Jorge fin da piccolo &egrave; stato appassionato di Supercross. Dopo aver vinto il Mondiale, lo rivinci, cresce la motivazione di voler dimostrare qualcosa in pi&ugrave;, alzare l&rsquo;asticella. Di Mondiali ne ha vinti quattro e capisco che in lui sia cresciuta l&lsquo;idea di confrontarsi con i migliori dall&rsquo;altra parte del Mondo. &Egrave; ancora giovane e qualcosa di buono lo ha gi&agrave; fatto vedere nelle quattro prove che ha corso a gennaio. Va in uno dei migliori team ufficiali, imparer&agrave; presto. Poi negli States si guadagna anche di pi&ugrave;, c&rsquo;&egrave; questo ulteriore aspetto che per&ograve; non pu&ograve; essere la spinta determinante: quando sei un campione vero sei animato dalla voglia di vincere e di affermarti contro i migliori, nel campionato pi&ugrave; importante&rdquo;. Quest&rsquo;anno hai seguito sette prove del campionato, come &ldquo;trainer&rdquo; nel Mondiale femminile, e hai visto da vicino la MXGP. &ldquo;Gajser e Prado mi sono sembrati subito i migliori. Ricordo a Maggiora, a met&agrave; stagione, quando mi chiesero chi avrebbe vinto il Mondiale: risposi Jorge, perch&eacute; rispetto a Tim mi sembrava un po&rsquo; pi&ugrave; calcolatore, cio&egrave; capace di gestirsi meglio nelle manche in ottica campionato, sapendo a volte anche accontentarsi. Prado &egrave; stato velocissimo ma mai al limite&rdquo;. Senza Prado, cosa ti aspetti nella prossima MXGP? &ldquo;Per prima cosa serve capire quali saranno le condizioni di Herlings e del suo ginocchio, anche se sembra che per l&rsquo;inizio della stagione Jeffrey possa essere pronto. Quest&rsquo;anno mi &egrave; sembrato guidare ragionando pi&ugrave; del solito, anche se a inizio Mondiale non era bello da vedere, troppo rigido&hellip; Da met&agrave; stagione ha guidato meglio e ha recuperato punti, ma Prado e Gajser sono stati pi&ugrave; regolari. Senza Jorge si pu&ograve; puntare su Tim, che &egrave; stato in lotta con lo spagnolo fine all&rsquo;ultimo, e il suo primo avversario pu&ograve; essere Herlings&rdquo;. Chi pu&ograve; essere una sorpresa? &ldquo;Un pilota con un grande potenziale &egrave; Maxime Renaux: se torna a posto fisicamente pu&ograve; lottare con i primi, poi c&rsquo;&egrave; anche Romain Febvre, che nel 2023 ha vinto sei GP e quest&rsquo;anno ha ottenuto otto podi nonostante l&rsquo;infortunio alla mano di met&agrave; stagione. Poi per il titolo non ne vedo altri. Per esempio Jago Geerts va molto forte ma sarebbe una sorpresa vederlo cos&igrave; in alto. Tra i giovani starei attento a Lucas Coenen perch&eacute; &egrave; successo diverse volte che quando vai forte con la 250 puoi essere subito veloce anche con la 450&rdquo;. Quali sono le prospettive degli italiani? &ldquo;Alberto Forato ha fatto esperienza, sta sempre migliorando e fisicamente per la 450 &egrave; davvero messo bene, anche nell&rsquo;ultimo GP in Spagna in Gara 1 era in zona podio. Lo vedo un po&rsquo; pi&ugrave; avanti di Mattia Guadagnini e Andrea Bonacorsi. Mattia pu&ograve; essere una sorpresa perch&eacute; il suo potenziale &egrave; alto, ma ora serve anche capire il feeling con la moto: la Ducati &egrave; nuova ed &egrave; ovvio che sia ancora da sviluppare, ma ho visto guidare Alessandro Lupino in Spagna e mi ha convinto. Bonacorsi, al primo anno di 450, oltretutto neanche intero, ha fatto bene: &egrave; un ragazzo che lavora molto e la 250 gli stava stretta. Se trova continuit&agrave; pu&ograve; viaggiare a ridosso della Top 5 e fare un buon campionato&rdquo;. Cosa ti aspetti dalla novit&agrave; Ducati? &ldquo;La prima guida sar&agrave; un pilota esperto come Jeremy Seewer ma al momento &egrave; difficile prevedere per quale posizione possa lottare; quest&rsquo;anno ha fatto quarto in campionato, ma con due podi e senza acuti, mi aspettavo un po&rsquo; di pi&ugrave; da lui e soltanto in Turchia mi &egrave; davvero piaciuto. Pu&ograve; fare molto bene, vediamo se la Ducati &egrave; &lsquo;giusta&rsquo; per lui&rdquo;. Cosa pensi del fatto che un pilota della Top 10 mondiale, Valentin Guillod, non abbia trovato un team, e debba correre da privato? &ldquo;Non &egrave; una bella notizia per il Mondiale, d&rsquo;altronde abbiamo visto che ha chiuso un team come Standing Construct Honda (che schierava Forato, nde), e squadre nuove non se ne vedono, quindi trovare una sistemazione &egrave; diventato davvero difficile. Il calendario con venti tappe e tante gare extraeuropee &egrave; molto impegnativo, i costi sono elevati e trovare sponsor oggi &egrave; difficile. Inoltre gli ingaggi per i piloti non sono al top e forse c&rsquo;&egrave; chi corre gratis&hellip;&rdquo;.       

"Jorge va in America perch&eacute; ha voluto qualcosa in pi&ugrave;. Gli italiani possono recitare ruoli importanti, e c&rsquo;&egrave; la curiosit&agrave; Ducati"

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